La recente pandemia COVID-19 ha accelerato la rivoluzione tecnologica nel campo della medicina.
La necessità di attuare il distanziamento sociale come una delle norme di contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 ha generato l’improvvisa necessità di sviluppare innovativi servizi di telemedicina per seguire da remoto non solo i pazienti COVID-19, ma anche pazienti fragili, come i soggetti anziani, costretti all’isolamento sociale per evitare il contagio.
Oggi la telemedicina garantisce una risposta immediata e concreta al problema del monitoraggio e della cura del paziente da remoto affetto da patologia cronica.
L’IOT o Internet of things, consentendo di connettere fra loro più dispositivi, capaci di intercomunicare e di adattare il loro comportamento ai dati e alle informazioni che ricevono, può dar vita a veri e propri sistemi intelligenti e integrati, grazie all’elaborazione dell’informazione che monitorano e ottimizzano.
Le attuali piattaforme di telemedicina utilizzano questionari, colloqui telefonici o visite in videochiamata (Bokolo, 2020) e si hanno la capacità di registrare e tramettere da remoto soprattutto dati psicologici, anamnestici, antropometrici e parametri vitali quali: pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno. Purtroppo, gli esami biochimici di routine sono spesso assenti, perché più difficili da ottenere, e quindi non possono essere inclusi nel processo diagnostico e di monitoraggio da remoto delle patologie croniche dell’anziano. Perché si possa quindi realizzare un approccio più completo alla problematica, relativa alla cura del paziente sul territorio, le piattaforme di telemedicina dovrebbero essere integrate con dispositivi che si comportino come sensori, e che, a loro volta, possano essere controllati a distanza attraverso la Rete.
Ad oggi i parametri ematochimici possono essere misurati solo attraverso analisi di laboratorio su un prelievo di sangue, rendendo impossibile valutare parametri alterati (in caso di flogosi o alterazioni metaboliche) necessari per monitorare, da remoto, soggetti anziani affetti da pluripatologie.
Anche se in commercio esistono piccoli strumenti analitici portatili, come i misuratori di colesterolo, tali dispositivi per eseguire la quantificazione degli analiti, però, hanno bisogno di una certa quantità di sangue capillare ottenuto per mezzo di una penna pungidito che è l'accessorio fornito di ago che consente di procurare la piccola ferita cutanea da cui prelevare il campione sanguigno. Doversi procurare una, seppur piccola, lacerazione cutanea crea un notevole disagio nel paziente cronico con una conseguente diminuzione dell’aderenza al monitoraggio dei propri parametri biochimici con il conseguente rischio di un tardivo intervento in caso di alterazioni dello stato di salute.
Risulta quindi evidente che monitorare più parametri biochimici, in modo semplice e veloce, con uno strumento ad utilizzo domestico non invasivo, in grado di analizzare parametri di flogosi o metabolici con sole poche gocce di saliva, è auspicabile ed implementerebbe in modo inequivocabile le prestazioni e l’affidabilità del telemonitoraggio a distanza.
È noto che gran parte degli analiti ematici, seppur a basse concentrazioni, possono essere rilevabili nella saliva. La saliva è considerata un ultrafiltrato del plasma e sono state osservate buone correlazioni tra la concentrazione di parametri biochimici presenti nel sangue con quelli presenti nella saliva. Le molecole presenti nel sangue possono essere trasportate nella saliva attraverso diversi meccanismi, sia intra- che extra-cellulari, sia mediante diffusione passiva che per mezzo di un trasporto attivo.
La maggior parte degli analiti presenti nel sangue possono ritrovarsi quindi anche nella saliva ma con livelli salivari considerevolmente più bassi rispetto quelli ematici, risulta quindi evidente che il problema da superare per poter utilizzare la saliva come biofluido diagnostico è la bassa concentrazione di analiti. Grazie ai recenti progressi dell’elettronica, i nuovi bio-sensori permettono di amplificare notevolmente i segnali, rendendo possibile l’uso della saliva nella diagnostica sui liquidi biologici.
Ci proponiamo di sviluppare un dispositivo elettronico, di facile utilizzo e non invasivo, per sostituire gli esami ematochimici di routine con esami sulla saliva rapidi ed eseguibili a domicilio. Utilizzeremo, in sostituzione del prelievo ematico, piccole quantità di saliva che verranno autonomamente prelevate e caricate nel dispositivo dal singolo paziente.
Il nostro dispositivo, Laboratorio Analisi Domiciliare per la Telemedicina (LAD-T), è composto da piccoli supporti dotati di una matrice contenete reagenti enzimatici e da uno strumento elettronico con più sensori integrati che, utilizzando in parallelo metodiche enzimatiche, colorimetriche e spettrofotometriche permetterà di valutare, con un unico prelievo di saliva, i livelli di colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi, glicemia, insulinemia, acido urico, PCRhs, transaminasi, e stato redox del paziente.
Il nostro gruppo di ricerca multidisciplinare ha già realizzato un prototipo dimostrativo del LAD-T in grado di valutare la glicemia ed il profilo lipidico nella saliva dei pazienti.
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